The Coffin Club by Ellen Schreiber

The Coffin Club by Ellen Schreiber

autore:Ellen Schreiber [Schreiber, Ellen]
La lingua: eng
Format: epub
Tags: General Fiction
ISBN: 9780061288845
Amazon: 0061288845
editore: Katherine Tegen Books
pubblicato: 2008-06-24T00:00:00+00:00


Capitolo 9 – La notte dei demoni

«Ma guarda che coda!» strillò mia zia quando arrivammo al Coffin Club. «È lunga come a un hotspot a New York! Così non va, seguimi.»

Libby si diresse verso l’ingresso per rivolgersi a un buttafuori mai visto prima.

«Mi scusi, sono Libby Madison. Appartengo agli Attori del Villaggio e...»

«Libby?» chiese scettico il buttafuori.

Mia zia lo scrutò per un po’. «Jake?» chiese riconoscendolo improvvisamente. «Come mai lavori qui?»

«È solo un part-time finché vado a scuola...» disse prendendo un biglietto da cinque dollari per l’ingresso alla serata degli adolescenti di una ragazza della fila. «Quasi non ti riconoscevo.»

«Bè, stasera sono un animale notturno. Mi sono bene calata nella parte?»

Jake sorrise e timbrò un quattordicenne che aveva più piercing di me. Il timbro era grande giusto quanto la sua mano. «Raven, lui è Jake,» esordì mia zia orgogliosa, «Jake, lei è mia nipote Raven. Jake recitò nella parte di Lenny quando gli Attori dei Villaggio hanno prodotto Of Mice and Men.»

«Piacere di conoscerti» Timbrò entrambe le nostre mani.

«Non ci vogliono i braccialetti?» chiesi.

«Stasera no. Il bar è asciutto fino alle undici e zero uno.»

«Come fai a sapere dei braccialetti?» mi sussurrò mia zia.

«Uhm... l’ho visto in un film.»

Jake scese dal suo sgabello e, come il portiere di un hotel a cinque stelle, ci aprì elegantemente le porte a forma di bara. Io e mia zia varcammo l’ingresso come se fossimo celebrità.

«Da grande vorrei diventare proprio come te, zia Libby», esclamai.

Le ci volle un attimo prima di abituarsi al Coffin Club, a partire dalle pietre tombali illuminate con luci al neon.

«Mi piace!» esclamò all’improvviso.

Io invece rimasi sbalordita. L’atmosfera del club era totalmente diversa rispetto alle due sere precedenti. Era come trovarsi a una festicciola segreta di dolci sedicenni. Nessun eccesso di cipria bianca o di rossetto Grigio Tomba riusciva a nascondere i brufoli, gli apparecchi per i denti e le gomme da masticare tipiche di tutti quegli adolescenti che vagavano goffi per il locale. Alcuni di loro ballavano al ritmo d musica macabra e sperimentavano la tavolozza dei colori dark, ma per la maggior parte si trattava sicuramente di un‘opportunità di uscire senza mamma e papà e giocare ai travestimenti per una sera.

Zia Libby avrebbe potuto darsi meno da fare se l’avessi saputo. Adesso si guardava intorno assorbendo tutto ciò che la circondava come un’amante dell’abbronzatura quando si gode il sole.

«Questo club è meraviglioso!» esclamò. «Non sapevo ci fossero così tanti dark.»

«Nemmeno io...»

«Chi canta questa?» chiese dondolandosi al ritmo della canzone.

«Gli Skeletons.»

«Devo comprare questo album,» disse, «voglio dire, scaricarlo. Comunque.»

Mentre ci inoltravamo all’interno del club notai un gruppo di giovani dark che ballavano e si divertivano. Sembrava che anche loro stessero osservando i teenager con sdegno.

Forse avrei dovuto avere una mentalità un po’ più aperta.

«Adesso vorrei placare la mia sete» annunciò mia zia quando si ritrovò davanti al bar pieno di bottiglie e ragnatele

«D’accordo. Offro io» proposi.

«Assolutamente no.»

Ci servì la stessa donna della sera precedente.

«Ehi, ti ho già vista per caso?»

«Uhm... no.»

«Avrei giurato di averti vista qui ieri sera.»

«No, mi spiace.



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